venerdì 15 febbraio 2013

Monsignor Celestino Endrici e il collegio vescovile


Annuario del collegio arcivescovile di trento, 1990/1991, n. 57°, pp. 46-51

Monsignor Celestino Endrici
Nel 50° anniversario della morte di mons. Celestino Endrici (30 ottobre 1940) il Circolo Culturale «A. Rosmini» si è fatto promotore di una giornata di studio e riflessione sulla figura e sull'opera del grande Arcivescovo considerato dagli storici contemporanei un personaggio di livello nazionale ed europeo. Il convegno ebbe luogo i1 23 maggio 1991 nella Sala Grande dell'istituto Trentino di Cultura con sette importanti interventi di docenti universitari. Nella giornata non poteva mancare una breve relazione su quell'istituzione che oggi porta il suo nome, il Collegio Arcivescovile di Trento, denominato nel Catalogo del Clero dal 1975 in poi «Scuola Convitto Celestino Endrici», la cui sede è costituita da tre grossi fabbricati costruiti tra il 1952 ed il 1958 lungo una nuova strada cittadina, segnata tra via Madruzzo e via Perini, denominata anch'essa «Via mons. Celestino Endrici». 

Di fatto l'attuale Collegio Arcivescovile deve moltissimo al grande Arcivescovo, anzi, gli riconosce quasi una diretta paternità, anche se le sue origini risalgono indietro nel tempo fino al 1863. 
In quell'anno si commemorò a Trento, sotto il vescovo Benedetto Riccabona da Cavalese (1861-1879), il 3° centenario del Concilio di Trento (1542-1563) alla presenza di tre cardinali, sette arcivescovi e diciotto vescovi. Fu, per la Diocesi, occasione di richiamo e di riflessione su importanti documenti promulgati dal grande Concilio, in particolare sulla raccomandazione dell'istruzione della gioventù e sulla cura degli aspiranti al sacerdozio. 
Il vescovo Riccabona, a ricordo del Concilio, decise di creare un collegio-convitto diocesano in via Larga (attuale via Roma), presso il Seminario Teologico, allo scopo di ospitare ed istruire studenti delle valli e fornire le vocazioni agli studi teologici. 
Nel 1863 la prima classe contava 19 alunni, nel 1866 erano 53, nel 1879 erano 190, sistemati questi nel nuovo fabbricato di via delle Albere (oggi via Madruzzo). Nel 1889 le otto classi del Collegio contavano 318 alunni. 
L'istituto, anche se scuola privata ma autorizzata, era oggetto di frequenti ispezioni da parte dell'autorità scolastica austriaca, che espresse frequentemente valutazioni lusinghiere sulla preparazione degli alunni, tanto che nel 1902 l'Imperial Regio Ministero del Culto e dell'istruzione fece pervenire al Vescovo il dispaccio n. 8629 che attribuiva il diritto di pubblicità alle scuole del Collegio per l'anno 1901-02. 
Con un secondo decreto n. 7008 il Ministero concedeva per l'anno seguente il diritto di tenere in sede interna gli esami di maturità, concessione, questa, rinnovata di anno in anno e resa definitiva con il 1906. 
C'è un aspetto che è assai rilevante nella storia del Collegio Arcivescovile. L'Istituto, pur tenendo sempre presente la finalità principale di formare alunni per gli studi teologici, de facto, concedeva ospitalità a molti che in finale decidevano diversamente. 
Per esempio, nell'anno 1903-04, sedici alunni passarono nel Seminario teologico e cinque si iscrissero a facoltà universitarie (tre a scienze, uno a legge ed uno a montanistica, oggi geologia e forestale). Queste scelte degli alunni maturati venivano pubblicate sul Bollettino annuale del Collegio. Era questa una prassi comune dei collegi cattolici che funzionavano nel vasto impero austro-ungarico. Questa presenza di candidati alla teologia con elementi che miravano esclusivamente ad ottenere un titolo di studio continuò anche dopo la prima guerra mondiale, fino all'anno scolastico 1923-24. 
Questo è l'anno della storica decisione del vescovo mons. Endrici. lI 23 marzo 1924, infatti, informa per lettera il Capitolo della Cattedrale che intende introdurre una radicale riforma al Collegio Vescovile: «avrebbe creato un Seminario, destinato a preparare giovani non a offici umani, per quanto legittimamente onorevoli, ma all'alta missione di ministri di Dio». «È chiaro - continua il Vescovo - che i nostri Collegi vescovili italiani e tedeschi non corrispondono alle prescrizioni della Congregazione dei Seminari e delle Università, che con una circolare del 26 aprile 1924 e poi con gli ordinamenti dei Seminari del 26 maggio 1922 chiede che nei primi due anni del Liceo venisse svolto l'insegnamento della scolastica. È chiaro che il Collegio Vescovile, forzato anche del pareggiamento, non può adottare il metodo, i testi ed i programmi prescritti dalla Santa Sede» (Archivio Diocesano Tridentino-Regesti Mons. Endrici, n. 62-1924-Acta Episcopalia Mons. Endrici n. 233-1924). 
Queste considerazioni e la preoccupazione che la nuova riforma Gentile, voluta dal governo fascista, inceppasse o stornasse ancora di più la principale finalità del Collegio, di essere fondamentalmente una scuola preparatoria alla Teologia, indussero mons. Endrici a trasformare il vecchio collegio-convitto di via Madruzzo in due distinti istituti, ciascuno con precise funzioni:
- il Seminario Minore, «vero e perenne seminario di ministri del Santuario, con scuola privata, indipendente dai programmi statali», e 
- il nuovo Collegio-convitto, con annesso Liceo Ginnasio Pareggiato, come scuola cattolica di studi umanistici. 
Indubbiamente i tempi erano maturi per una chiarificazione sulle finalità immediate dell'istituzione. 
Preoccupavano l'alto numero di alunni che sceglieva facoltà profane e la scarsezza degli aspiranti al sacerdozio: la Grande Guerra aveva portato grossi vuoti. Dei 498 alunni del 1914 solo 75 erano tornati in seminario.
Il Vescovo assegnò al Seminario Minore tutto il patrimonio immobiliare con questo comunicato apparso sul «Foglio Diocesano» del febbraio 1923: «Denominazione del Collegio Principesco Vescovile. Essendo stato recentemente eretto in Ente Morale, il Collegio Principesco Vescovile, col nome di Seminario Minore, d'ora innanzi per tutti gli atti pubblici (contratti, testamenti, donazioni, ecc...) sarà da usarsi questa denominazione». 
Più laboriosa ed impegnativa fu l'opera del Vescovo a favore del nuovo Collegio Convitto che doveva salvaguardare il riconoscimento pubblico delle scuole. Un regio decreto del Ministero Italiano dell'Istruzione, il n. 2665 dei 27 settembre 1923, informava che «nelle terre redente del Trentino e della Venezia Giulia gli Istituti di Istruzione Media, forniti del diritto di pubblicità, con il 10 ottobre 1924 sarebbero stati considerati pareggiati solo se avessero ottenuto il pareggiamento secondo le norme del nuovo regolamento». 
Il Vescovo Endrici, nella sua veste di legale rappresentante dell'Istituto, si premurò immediatamente di inviare domanda in tal senso al Ministero dell'Istruzione con questa dichiarazione: «Il Collegio-Convitto Vescovile di Trento, al quale è annesso il Ginnasio Liceo Pareggiato, fondato nell'anno 1863 e che già dall'anno 1901-02 gode del diritto di pubblicità e pareggiamento, è un istituto di istruzione ed educazione mantenuto e rappresentato da S.E. il Vescovo di Trento sotto la vigilanza e la tutela dell'autorità scolastica e del Ministero della Pubblica Istruzione». 
La risposta arrivò alcuni mesi dopo con un telegramma del 28 maggio 1925 che concedeva per l'anno scolastico 1924-25 il richiesto diritto di equipollenza, «attese anche le ottime relazioni pervenutegli sul funzionamento della Scuola». 
Nel giugno 1925, dal 15 al 19, ebbe luogo un'ispezione da parte di tre presidi di scuola statale - il prof. cav. Enrico Quaresima, dell'Istituto Tecnico di Bolzano, il prof. Silvio Conci, preside del R. Liceo Ginnasio di Rovereto ed il prof. Giuseppe Dallafior, preside dell'Istituto Tecnico di Trento - in base alla quale il Ministero della Pubblica Istruzione deliberò il 25 novembre 1925 il Pareggiamento stabile del Liceo Ginnasio Vescovile, con decorrenza dal 1. ottobre 1924. 
In questo modo, per l'autorità scolastica e per l'opinione pubblica, il Collegio Convitto Vescovile di Trento continuava anche dopo l'annessione del Trentino all'Italia la sua normale attività di scuola cattolica pareggiata. Il nome era quello di sempre. 
Contemporaneamente veniva data nuova vita e nuovo vigore al Seminario Minore come scuola di preparazione agli studi teologici. «Così provvidenzialmente da un solo ceppo - dirà il prof. don Stefano Fontana, preside del Seminario Minore nel marzo 1929, in occasione del 25° di episcopato di mons. Endrici, per l'occasione nominato Arcivescovo da Papa Pio XI - Vostra Altezza volle sorgessero due polloni destinati a continuare le nobili tradizioni dell'antico Collegio Vescovile, per il migliore bene della Chiesa Tridentina». 
Mons. Endrici ebbe molto a cuore le due istituzioni. Impegnò tutta la sua tradizionale autorità per sciogliere le inevitabili difficoltà che derivavano dalla coabitazione di due diversi istituti in un'unica sede. Le visitava frequentemente, partecipava anche alle adunanze del personale docente. Di fronte a problemi scabrosi, compresi quegli economici, conchiudeva dicendo: «Abbiate pazienza, intanto fate alla meglio, col tempo provvederemo». 
Nel 1934 la sua salute cedette, subì una scossa da cui non si rimise più. Ciò nonostante volle essere informato ogni anno su quanto avveniva nei due istituti. Del Collegio non nascose la sua profonda soddisfazione quando seppe che centinaia di seminaristi, provenienti da scuole che nel periodo fascista non potevano avere il riconoscimento legale, si presentavano ogni anno alla scuola pareggiata da lui creata per sostenere gli esami di ammissione alla Scuola Media, quelli di Licenza Media, e di Ammissione al Liceo. Durante la sessione estiva del 1940, anno della morte di mons. Endrici, i docenti del Collegio divisi nelle varie commissioni di idoneità esaminarono ben 410 candidati, tra interni ed esterni. 
Alle soglie del 2000 il Collegio Arcivescovile continua il suo servizio di scuola cattolica, e raccoglie annualmente nel suo internato «Casa dello Studente» centinaia di adolescenti che frequentano gli istituti superiori della città di Trento. È un significativo «monumentum», nel senso etimologico del verbo latino «monère», che ricorda degnamente la figura e l'opera di mons. Celestino Endrici. 
Lorenzo Dalponte 
Il terreno dove tra 1952 e 1958 sarà costruita la "casa dello studente" ad opera dell'impresa Germano Ravanelli ora
"Collegio arcivescovile Celestino Endrici"





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